La voce dall’altra parte della cornetta

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Tra le varie lamentele quotidiane vorremmo oggi segnalare una voce che giunge dall’altra parte della cornetta:

Volevo segnalarvi che io sono operatrice call center di T. e purtroppo non siamo noi a generare le chiamate, ma un sistema in automatico, quindi a una non risposta in automatica si rigenera il numero fino a un max di 3 tentativi. Non siamo truffatori e non rubiamo numeri di carte di credito a nessuno, siamo solo una società di servizi e ci occupiamo di indagini di mercato, quindi sondaggi, telemarketing e assistenza al cliente. Possiamo chiamarvi per le più svariate motivazioni, magari per conto della vostra banca per segnalarvi l’avvenuta attivazione di un acquisto o come diceva la signora di sopra per comunicarvi la vincita dell’estrazione di un concorso… Non siate sempre diffidenti! E’ un lavoro come un altro per garantire dei servizi, un pò di educazione a volte non guasterebbe, il sapere ascoltare è segno di intelligenza. Non vendiamo alcun servizio quindi non c’è nemmeno il rischio di pensare di cadere in qualche truffa e poi i controlli per una vendita sono meticolosi e non è rimanendo al telefono che vi si rubano i soldi. Un’ultima cosa, le chiamate vengono generate da un sistema e quindi quando si ha il collegamento sentite il “DRIN” come se stesse chiamando voi, ma vi assicuro che non è così! Se non si aiutano i poveri precari che per pochi soldi sono costretti a fare questo lavoro, dove sta la tanta fratellanza di cui si parla in Italia?! Comunque ribadisco: non è una truffa. Grazie a tutti.”

Giusto! Fa piacere che nel mezzo delle numerose e continue lamentele ogni tanto si senta anche il parere dei lavoratori, degli operatori che stanno dall’altra parte della cornetta. E per questo trovo importante che tutti possano sentirne l’opinione.

Sul blog vengono citati quasi sempre i commenti di coloro che le telefonate le ricevono, ma non si dà mai praticamente spazio alle voci che dietro alla cornetta ci devono stare per lavoro.

Di cosa si occupa il call center che chiama?

Una cosa però non è chiara: questo call center di cui si parla si occupa di assistenza al cliente, ma anche di indagini di mercato e quindi sondaggi e poi ancora di telemarketing? Si raccolgono informazioni e poi di vende anche per telefono? Il call center in questione si occupa di servizi diversi tra loro. La gente da casa si confonde e tende a dire sempre no anche a un sondaggio per non rischiare di cadere nella trappola del dover comprare per forza qualcosa. La confusione genera diffidenza, ed è a sua volta generata dalla scarsa conoscenza di qualcosa cui si ha a che fare. Diventa sempre più importante presentare le intenzioni molto chiaramente dall’inizio di una telefonata.

A proposito della privacy e delle lamentele di chi riceve le chiamate:

Una delle domande più ribadite dagli utenti di tellows.it è “da dove hanno preso il mio numero?” Quanto informati possono essere a riguardo gli operatori di call center? è possibile venire a conoscenza sul COME effettivamente avvengano le acquisizioni di numeri? Sarebbe quindi possibile informare coloro che ricevono le vostre telefonate a riguardo, per tranquillizzarli?

Molti call center, inoltre, hanno avuto il problema del sistema automatico che richiama lo stesso numero ben piú di tre volte. Per errore di sistema venivano chiamate gli stessi numeri anche più di dieci volte in un giorno. È stata la famosa svista delle telefonate mute, multata poi salata dal Garante della Privacy, che ha provocato a parecchia gente persino il panico della persecuzione.

Come salvare i precari?

A parte il fatto che servirebbero misure che vanno alla base del precariato e della politica del lavoro per salvare i precari, le lamentele contro lo spam telefonico si rivolgono per lo più (sicuramente per quanto riguarda Tellows Team) contro coloro che basano la propria attività e il proprio guadagno sull’insistenza telefonica e sull’ingenuità di “involontari clienti” che poi si ritrovano a dover pagare conti non veramente richiesti. Chiaramente col mezzo del telefono si forniscono anche utili servizi. Le lamentele che arrivano a tellows.it fanno pensare che nel mucchio di telefonate indesiderate spesso le motivazioni di chi chiama vengano confuse.

Anche per questo riteniamo giusto far presente il pensiero di chi non vuole essere confuso con truffatori o gente disonesta perché non ne fa parte. Può sussistere inoltre l’automatica confusione, per chi non conosce operatori telefonici da vicino, tra lavoratori precari e l’azienda per cui lavorano e per la quale diventano voce nelle case degli italiani, purtroppo.

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3 thoughts on “La voce dall’altra parte della cornetta

  1. Laura

    L’educazione è importante! E questo vale da una parte e dall’altra della cornetta. I poveri operatori di telemarketing che fanno questo lavoro frustrante e ripetitivo non vanno puniti per averci provato. In fondo è triste a dirsi ma questo tipo di pubblicità/vendita che oltrepassa i confini della privacy casalinga funziona; lo dicono i numeri, lo dice il mercato, lo dice il moltiplicarsi dei call center. Però ci sono call center e call center. Non tutti hanno la stessa politica di lavoro, gli stessi metodi, la stessa insistenza. La mia esperienza da operatrice purtroppo mi ha aperto gli occhi sul cosiddetto “guerriglia marketing”. Le telefonate erano fatte a persone che avevano accettato di rispondere ad un sondaggio telefonico. Con la scusa di ringraziarle per le risposte, “preziosissime per la nostra ricerca in corso”, il mio compito avrebbe dovuto essere quello si strappare al mio interlocutore un appuntamento per ricevere direttamente a casa un simpatico omaggio prettamente a scopo pubblicitario. Il problema era che l’omaggio entrava in casa nella valigetta di un venditore con tutta l’intenzione di piazzarsi li per una mirabolante dimostrazione/vendita. Questo ovviamente al telefono si traduceva con “dare brevemente due dati della nostra Azienda”. Quei “pochi minuti del suo tempo”, il ” tempo di un caffè” (la frase magica da dire alle signore con un sacco di cose da fare) diventavano nella tabella di marcia dei venditori un’ oretta tonda tonda. Prima bugia. Fino a qui tutto normale, tutto più o meno scusabile. I venditori, a prendere il caffè ci mettono una sessantina dei vostri minuti.
    Strano vedere che la fascia di età dei nostri interlocutori fosse sempre quella dai 65 anni in su. Forse loro sono sempre a casa, rispondono sempre. Forse loro sono gli unici ad avere tempo di essere cortesi e rispondere alle domande di un sondaggio telefonico. Magari fanno anche due chiacchiere, si lamentano dei vari acciacchi (il sondaggio era sul dormire sano) al telefono con qualcuno di cortese e interessato a loro. Ok, spiegabile quindi scusabile.
    Quando però le altre parole magiche, le uniche a disposizione della gente a casa, quelle che dovrebbero avere effetto immediato e permanente di deppennamento dall’elenco dei numeri da chiamare, parole come: “GRAZIE MA NON SONO INTERESSATO E NON DESIDERO RICEVERE IL VOSTRO OMAGGIO”, venivano pronunciate dall’altra parte del filo nulla succedeva. Ai saluti cortesi e alla chiusura della telefonata seguiva il tasto CALL BACK. La chiamata a quel numero era fissata per un giorno qualunque, più avanti sul calendario. Ci dovevamo riprovare. Questa era la politica: provare e riprovare fino agli insulti pesanti. Una sorta di tortura psicologica che non dovrebbe essere legale.
    Non ho mai accettato quel lavoro e alla fine delle mie due ore di prova mi sono sentita in colpa per avere schiacciato così tante volte il tasto CALL BACK anche quando mi veniva detto chiaramente che non c’era trippa per gatti.
    La colpa ovviamente è della politica di insistenza rabbiosa di quel preciso call center e non degli operatori con dei precisi obiettivi da raggiungere: tot appuntamenti ogni 4 ore di lavoro. Se non li ottiene ha due possibilità: essere spedito a casa (sempre molto cordialmente, eh!) oppure cercare di recuperare aggiungendo qualche oretta di straordinario non pagato ogni tanto. Caspita che brutta vita. Qualcuno di loro magari è obbligato a farla per sbarcare il lunario.
    Quel che mi sento di dire a questi precari però è che dovrebbero rifiutarsi di prendere in giro le persone e di richiamarle e richiamarle e richiamarle e richiamarle… che certe condizioni di lavoro e di pressione psicologica non dovrebbero essere accettate. Che si prova più soddisfazione a spaccarsi la schiena con altri lavori più dignitosi che non facciano leva sull’insistenza e sull’età di chi si chiama. Datemi della povera ingenua, ma se tutti ci rifiutassimo di farlo forse il sistema cambierebbe e capi supermegagalattici che ci dicono cosa fare e come farlo la smetterebbero di istruire schiere di precari nell’arte di ignorare un NO!

  2. .veleno.

    Magari già lo sapete, magari no, io so qualcosa di come funzionano i call center e la mail di questa sedicente operatrice la dice lunga… io ho lavorato in un call center e facevo le stesse, medesime cose: l’azienda comprava – COMPRAVA – pacchetti di numeri telefonici, non so da chi ma so che erano mirati a seconda del tipo di promozioni, quindi famiglie piuttosto che single. Li si chiamava con il pretesto di un sondaggio, poi si richiamava con l’assurda scusante di una vincita o di una presentazione, il tutto alla fine era vincolato ad una vendita di servizi o beni. Ovviamente sotto c’era sempre un presunto omaggio a fare da esca, tale omaggio veniva ricevuto solo in cambio dell’acquisizione del bene o servizio ma chiaramente al telefono non si poteva dirlo! Quindi telefonicamente si cercava di fornire un sacco di informazioni sull’omaggio illudendo i malcapitati che lo avrebbero ricevuto solo spendendo una mezz’ora del loro tempo per ascoltare un promoter, invece alla fine dei conti ‘no martini no party’ ergo: niente acquisto, niente omaggio.
    E non dimentichiamo che… le banche mandano un sms al numero abilitato per confermare operazioni, non conosco nessun istututo di credito che passi i dati dei propri clienti ad un call center er trasmettere qualsivoglia tipo di informazioni. sono come le mail che mi arrivano dagli istituti bancari di mezza italia dicendo che c’è qualcosa di strano nel mio conto e che per visualizzare devo cliccare un link… e qui mi fermo.
    Buon proseguimento e grazie a tellows di esistere.
    Se qualcuno se lo chiedesse, ho lavorato due settimane al call center. Tanto basta per rendersi conto di come operano e per farsi un esamino di coscienza.

  3. riccardo

    questo numero chiama senza rispondere. e magari fossero solo tre volte arriva a chiamare anche 10 volte al giorno e continua per mesi e mesi anche anni la gente è costretta bloccare il numero scaricandosi programmi sul cellulare per il blocco di chiamate

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